Le due famiglie di Naseem. India-Italia e ritorno
In India ogni anno scompaiono 65 mila bambini: alcuni fuggono, altri vengono rapiti, tanti- non si sa quanti-si perdono. Ad esempio come Naseem che la sua storia è diventata un libro di nome: ‘Sulle trace di un sogno ’.
Obiettivo: Ritrovare la propria famiglia perduta.
Attività: Naseem è nato in India, in un piccolo villaggio circondato dai campi. Un giorno, nel 1997, si è allontanato da casa, spinto dalla curiosità e dall’incoscienza tipiche di un bambino di 8 anni. Ha camminato per chilometri, è salito su un treno e poi su un altro convinto che lo avrebbe riportato indietro. Invece si è ritrovato a Delhi, che dal suo villaggio dista quasi quanto Bruxelles da Roma. La strada di casa, però, lui l’ha ritrovata anche se per farlo ci ha messo 16 anni. Nel mezzo ci sono un istituto per orfani a Delhi, poi un’adozione internazionale, una nuova famiglia, Firenze e infine un duplice viaggio: prima nei suoi ricordi, poi attraverso l’India.
La storia di Naseem, che oggi ha 30 anni, è diventata un libro: ‘Sulle trace di un sogno’, scritto da Daniele Gouthier, padre di due ragazzi adottati in India. Il libro, però, non parla solo di Naseem, ma anche delle sue due famiglie. Quella indiana, persa e ritrovata, e quella italiana, nata nel 1999, quando da Delhi è volato a Firenze insieme con i genitori adottivi Savino e Anna Campana. ‘Il bisogno di tornare’– spiega il ragazzo – l’ho percepito solo crescendo’: è sbocciato insieme alla sua adolescenza. Un periodo difficile, in cui si irrigidisce e tiene i genitori adottivi a distanza. ‘Solo dopo il viaggio si è concesso di essere nostro figlio fino in fondo ’, racconta Anna.
“Il viaggio” è quello che Naseem sogna per anni e riesce a fare all’inizio del 2013. L’India però è grande, e la ricerca difficile: il ragazzo ha dimenticato la lingua e il nome del suo villaggio; ricorda solo un suono che può essere associato a centinaia di località in tutto il Paese. Il 23 gennaio, dopo peripezie impossibili da riassumere in poche righe, Naseem ritrova il villaggio natio, Mazgama, e riabbraccia sua madre e suo padre. La sua mamma biologica gli ha detto: ‘Torna da chi ti ha fatto crescere, ma ricordati di noi e vieni a trovarci ogni tanto’. E così ha fatto: da allora Naseem è stato in India otto volte. Nel 2016, con lui c’erano anche Anna e Savino.
Nel 2018, Naseem era accanto alla sua madre biologica Halmà nelle sue ultime ore. ‘Quando è stata male ero a 2 mila km di distanza. In 20 ore sono riuscito a raggiungerla ed è morta con la testa appoggiata sulle mie gambe. Il destino ha voluto che la vedessi un’ultima volta’.
Una serenità che si sente. Per esempio quando Naseem spiega di sentirsi italiano da sempre, ma di essere felice di rispondere ‘dall’India’ a chi gli chiede da dove viene. Oppure quando dice di essere determinato ad aiutare i bambini del suo villaggio a studiare: ‘Io sono stato fortunato, voglio condividere con loro la mia fortuna’.
Ambito territoriale: Firenze.