Il Progetto

Il racconto del percorso di lavoro che ha portato alla scoperta delle buone pratiche

I mass media spesso mettono in evidenza la crisi dei valori civici e della partecipazione, legata anche alla crisi degli organi di rappresentanza.
Cittadinanzattiva Emilia Romagna intende sviluppare un’altra narrazione centrata sulle “Buone pratiche sociali”. Esse rappresentano delle forme di partecipazione, allo stato nascente, tese a mettere in pratica determinati valori civici: solidarietà, fiducia, inclusione sociale, promozione e integrazione culturale, cura dei beni comuni, tutela dell’ambiente.
Una buona pratica sociale emblematica è quella realizzata da Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che fa scioperare il mondo contro il riscaldamento globale e sta scuotendo la sensibilità ambientale dei teenager e dei cittadini di tutto il mondo. La rivista ‘Time’ ha nominato Greta personaggio dell’anno 2019.
Il progetto “Buone pratiche sociali di cittadinanza attiva” si è sviluppato attraverso:

  • una ricerca
  • il sito internet relativo alle buone pratiche sociali
  • seminari, news letter, social e mass media
  • attività di consulenza rivolta a cittadini, associazioni, imprese.

Attraverso la ricerca (si può scaricare il Report in pdf da: https://www.cittadinanzattiva-er.it/wp-content/uploads/2019/03/CittadinanzattivaER_report-buone-pretiche-sociali.pdf), realizzata grazie alla collaborazione del Comune di Bologna e dei Quartieri, è stato possibile:
– cogliere l’identità delle buone pratiche sociali realizzate a Bologna. Sono “azioni e progetti di miglioramento della qualità della vita e del bene comune che vedono protagonisti i singoli cittadini e i gruppi informali, spesso in collaborazione con associazioni e istituzioni”;
– comprendere i possibili percorsi evolutivi di una buona pratica sociale: spesso le esperienze di partecipazione informale dei cittadini fanno emergere l’esigenza di attivare un’organizzazione non profit, o un’impresa; le buone pratiche sociali, di frequente, tendono a strutturarsi in un rapporto di collaborazione con il Quartiere/Comune;
– scoprire il ruolo centrale del Quartiere nella promozione delle buone pratiche sociali dei cittadini.
La ricerca ha censito progetti ed esperienze di cittadinanza attiva che riguardano: molteplici ambiti operativi: dalla manutenzione di aree verdi alla  cura di una strada, dalla rimozione dei tag al co-housing, dalle attività di animazione alle iniziative culturali.
Quali sono le motivazioni dei protagonisti delle buone pratiche sociali?
“L’orgoglio di essere cittadini consapevoli”; “un modo per socializzare e valorizzare le reti di prossimità”; “il piacere di un riconoscimento sociale del proprio lavoro volontario”; “se il giardino del quartiere è sistemato e pulito anche gli esercizi commerciali confinanti avranno maggiori clienti”; “il piacere di rispondere alle esigenze della vita quotidiana”; “la possibilità di migliorare le strutture del quartiere”; “un modo per farsi mediatori fra i bisogni dei cittadini e il Comune”.
La ricerca ha consentito di aprire nuovi scenari, per quanto riguarda:

  • il ruolo del cittadino: è al tempo stesso volontario, testimone culturale, promotore di inclusione sociale, antenna sul territorio di nuovi bisogni, attore politico;
  • le funzioni della cittadinanza attiva: è in grado di promuovere un’innovazione sociale partecipata, che valorizza un utilizzo diffuso e intelligente delle nuove tecnologie, che contribuisce a promuovere un ‘altro sviluppo’ del territorio, non solo economico, ma anche sociale, culturale ed etico;
  • le potenzialità delle buone pratiche sociali: tese a sviluppare socializzazione, orientamento ai ruoli futuri, animazione e inclusione sociale; a far emergere bisogni e risorse dei cittadini che spesso vengono sottovalutati; a valorizzare idee, competenze e capacità progettuali utili per promuovere nuove attività imprenditoriali, per migliorare il sistema di welfare e l’alleanza fra professionisti e cittadini.

Di fronte al rischio che le buone pratiche sociali dei cittadini possano essere sottovalutate, o dimenticate, Cittadinanzattiva ha deciso di sviluppare un sito internet (https://buonepratichesociali.cittadinanzattiva-er.it) che si propone di dare valore, visibilità, identità a queste nuove forme di partecipazione. E’ un sito in continua evoluzione. Finora sono state censite circa 200 esperienze che riguardano Bologna, ma anche altri contesti nazionali e internazionali. Le buone pratiche sociali riguardano i seguenti ambiti operativi: tutela ambientale, cura delle aree verdi, consumo responsabile, attività e beni culturali, opere d’arte, storia del territorio, attività ludiche, sportive, di socializzazione, cucina e alimentazione, interazione fra persone ed animali, informazioni di pubblica utilità, diritti dei cittadini, educazione alla legalità, comunità educante, condivisione servizi autogestiti, solidarietà abitativa, sostegno pratiche burocratiche, sostegno relazionale, sostegno persone fragili, reti di prossimità, trasporto sociale, turismo sociale, condivisione beni per uso sociale, educazione e sostegno scolastico, stili di vita, cura spazi e beni comuni.
Si è inoltre deciso di sviluppare un’attività informativa e culturale, attraverso seminari, newsletter, social e mass media che si propongono di promuovere la cittadinanza attiva, di migliorare la comunicazione e l’alleanza tra cittadini e istituzioni, di mettere in evidenza che le buone pratiche sociali rappresentano forme di partecipazione, allo stato nascente, in grado di evolvere verso forme più strutturate di collaborazione con le istituzioni.
Cittadinanzattiva Emilia Romagna ha poi avviato un intervento di consulenza gratuita rivolta:

  • ai cittadini, per supportarli nella progettazione di buone pratiche sociali; per orientarli verso forme organizzative più strutturate (quali le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale); per promuovere nuovi progetti di cittadinanza attiva; per favorire un migliore rapporto di comunicazione e collaborazione con le istituzioni;
  • alle associazioni e organizzazioni non profit, per fornire loro informazioni e conoscenze relative ai nuovi bisogni e alle risorse emergenti dal territorio;
  • alle imprese, per fornire loro informazioni e conoscenze sul patrimonio di invenzione sociale dei cittadini, nella prospettiva di promuovere nuovi ambiti imprenditoriali e di lavoro.

In questa fase Cittadinanzattiva Emilia Romagna è impegnata a consolidare il rapporto di collaborazione con i Quartieri e il Comune di Bologna, nella prospettiva di valorizzare insieme le buone pratiche sociali e le nuove forme di partecipazione che si stanno sviluppando nel territorio.