Dal recupero dei simboli antichi a nuove professioni a Scanno
L’Italia custodisce un patrimonio prezioso, fatto di storia, arte, tradizioni. Ogni piccolo borgo conserva una piccola parte di questo tesoro inestimabile. Con la loro spopolazione, si corre il rischio che le varie tradizioni vengano perse nel tempo.
A Scanno, però, diverse donne si sono inventate nuove professioni recuperando simboli del loro paese.
Obiettivo: creare nuove professioni a partire dalla riscoperta delle proprie radici
Attività: Scanno, un piccolo borgo in provincia dell’Aquila, si è fatto conoscere grazie ad alcune sue cittadine che, con il loro impegno, coraggio e creatività, hanno creato nuove professioni a partire dalla scoperta delle proprie radici.
Federica Silvani, ad esempio, ha lasciato un posto fisso nella pubblica amministrazione per mettersi a fare merletti al tombolo, uno strumento classico della tradizione ricamatoria abruzzese. Insieme al marito orafo, infatti, Silvani si è inventata i gioielli al tombolo: lei si occupa del ricamo, con lino cotone e una speciale lamina argentata, mentre il marito realizza una speciale armatura intorno, realizzando così orecchini, anelli, bracciali e ciondoli.
Liliana Spacone, invece, è una stilista amante del costume tradizionale scannese, un copricapo pesante ma adatto a chi sa tenere la schiena dritta. Spacone, per poter costruire e ricomporre il copricapo, ha intervistato decine di anziane di Scanno che l’hanno aiutata a ricordare i vari dettagli.
L’intento della stilista ora è di creare una linea di abbigliamento e accessori che si ispiri al costume scannese, che ne recuperi lo spirito autentico ma con la giusta iniezione di materiali innovativi e sostenibili.
Infine, Benedetta Fronterotta, proveniente da una tradizione di orafi scannesi, ha deciso di tornare nel proprio paese dopo il terremoto del 2009 e recuperare il lavoro familiare: fare gioielli. Da quel momento in poi non ha più smesso di recuperare simboli scannesi come la “vuccula”, il gancio murale per le bestie o le “cercielle”, gli orecchini che servivano per tenere aperto il buco nei lobi delle bambine.
Ambito territoriale: Scanno, Abruzzo.
La buona pratica compare nell’inserto “Buone Notizie” del Corriere della Sera.