“Un canto salverà il mondo”: la musica nei campi di concentramento
“La musica prodotta in cattività aveva poteri taumaturgici, rovesciava letteralmente le coordinate umanitarie dei siti di prigionia e deportazione, polverizzava le ideologie alla base della creazione di Lager e Gulag. Forse non salvava la vita, ma sicuramente questa musica salverà noi.”
Queste le parole di Francesco Lotoro, pianista, che ha dedicato la sua vita a recuperare testi musicali scritti dai prigionieri dei Campi di concentramento.
Obiettivo: recuperare testi musicali scritti nei campi di concentramento.
Attività: Francesco Lotoro, 57 anni, è un pianista di Barletta che ha dedicato gran parte della sua vita non soltanto alla musica in sé, ma anche al recupero e alla raccolta di spartiti scritti e suonati nei Campi di prigionia, Ghetti, Lager, Gulag.
Lotoro, infatti, da circa 30 anni è impegnato a raccogliere musica scritta in opere, canzoni, spartiti, brani, partiture scritte su fogli musicali, su carta igienica o pezzi di tessuto, o addirittura tramandate oralmente dal 1933, anno di apertura del campo di concentramenti di Dachau, alla morte di Stalin nel 1953. A scriverli non sono stati solo musicisti, ma tante sono le canzonette trovate e scritte da semplici appassionati di musica, che provavano ad esorcizzare la sofferenza con la parodia.
Il tutto è iniziato da un interesse prettamente musicale, capendo poi come la vita delle persone coinvolte era inscindibile dalla musica stessa. Lotoro negli anni ha viaggiato in tutto il mondo per recuperare i testi e per incontrare i sopravvissuti o i parenti delle vittime, rendendosi conto che questa musica non ha solamente un valore artistico, ma anche umano, culturale e storico.
Nel 2014 il maestro ha aperto nella sua città la Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (ILMC) che vede un archivio di ottomila opere di musica Concentrazionaria, diecimila documenti di produzione musicale nei Campi (raccolti microfilm, diari di prigionia e quaderni musicali, registrazioni meccanografiche su audiocassetta e videocassetta, registrazioni fonografiche su dischi in vinile,centinaia di volumi di letteratura scientifica e teoretica, ore di interviste a strumentisti e compositori sopravvissuti) e tremila pubblicazioni universitarie, saggi di musica concentrazionaria e trattati musicali prodotti nei Campi.
Negli anni hai contribuito a creare un’orchestra, l’Orchestra di Musica Concentrazionaria, con la quale hai inciso un’enciclopedia in 24 volumi CD KZ Musik, contenente 407 opere scritte da prigionieri civili e militari in quel periodo.
Inoltre, quest’anno uscirà per l’editore Feltrinelli il libro autobiografico “Un canto salverà il mondo” nel quale ripercorre la sua ricerca, il suo instancabile lavoro di recupero, studio, revisione, esecuzione e registrazione.
Foto di copertina: Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria