Taxi in Africa? Tutt’altro che business
Taxi in Africa questa è la storia di una app di un imprenditore svizzero che sta trasformando il taxi, mezzo di trasporto di lusso per antonomasia, in uno strumento per lo spostamento di beni di prima utilità nei paesi del Terzo Mondo.
Obiettivo: <<Distruptive business strategy>> non più soltanto a scopo di lucro: lo smartphone, l’app e il taxi perseguono uno scopo sociale, quello di consegnare cibo e medicinali agli ambulatori fuori dalle città, ai villaggi isolati e alle missioni.
Attività: Raphael Dana, 45 anni, imprenditore, ha un’idea geniale: investire il denaro in una start-up che integri finalità di lucro con finalità di beneficienza. Inizialmente a Singapore, ora giunge fino all’Africa l’app modello Uber che incarica taxi e moto-taxi del trasporto, oltre che di persone, anche – e soprattutto – di medicinali e cibi nelle zone più povere del mondo. L’idea acquisisce repentinamente un inaspettato consenso, con il download di 100 milioni di app. Le compagnie dei trasporti in questione hanno appoggiato l’iniziativa, garantendo al richiedente l’arrivo di un taxi in circa due minuti. In Africa tutto è sicuramente più complesso, considerate le condizioni delle strade, l’arretratezza dei mezzi e le poche patenti di guida in possesso dei ragazzi. Tuttavia, con la garanzia di visite mediche, iscrizione alla banca dati della compagnia, il controllo delle patenti e la garanzia di polizze assicurative, si è potuto dar seguito a questo progetto. E ora l’iniziativa ha un ruolo benefico che, si spera, porterà maggior benessere a coloro che non ne hanno avuto quanto noi occidentali.
Ambito territoriale: Singapore e Africa.