Nonni, figli, nipoti. Il paese cresciuto giocando a ping pong
La passione condivisa per un gioco o uno sport, nell’ambito di uno specifico contesto territoriale, aiuta a sviluppare il senso di appartenenza ad una comunità e favorisce anche la comunicazione fra ragazzi, adulti, anziani e quindi un’alleanza intergenerazionale tesa a migliorare i processi educativi, di inclusione sociale e di cura del bene comune.
Obiettivo: Il paese cresciuto giocando a ping pong è una buona pratica sociale che ha come finalità quella di promuovere il ping pong come strumento di educazione, di condivisione, di socializzazione degli adulti e di valorizzazione del senso di identità culturale di un territorio.
Attività: È la storia di una società di ping pong in un paese di seimila anime della provincia di Cuneo: parliamo dell’A4 di Verzuolo, nata in un salone dell’oratorio grazie ad un professore, da tutti conosciuto come Frenk, che insegnava italiano alle scuole medie come volontario.
Un bel giorno si procurò un tavolo da ping pong di seconda mano, e pensò di organizzare un primo torneo all’oratorio con qualche amico e parente, pian piano la cosa si allargò ai ragazzini del paese e quando i tavoli non furono più sufficienti, il mister prendeva le palline da un sacchetto e le lanciava ai marmocchi, che dall’altra parte, in fila, aspettavano il proprio turno.
Qualche settimana fa, in occasione della finale, si è addirittura riempito un intero palazzetto dello sport fra tifo e sogni per lo scudetto.
Fra quel tavolo di seconda mano all’oratorio e la finale, una storia di nomi e cognomi, di cambi di sede, da stanze in vecchie scuole fino a un palazzetto con palestra dedicata.
E oltre il ping pong, l’incontro dei tanti ragazzi che vi hanno partecipato: campeggi estivi in montagna, i primi bicchieri di vino per sentirsi un po’ più grandi, la suddivisione in gruppi per giocare e per far da mangiare, il rispetto delle regole e delle persone, non soltanto in campo durante le partite, le mamme a pulire la palestra e a preparare le cene sociali, i papà ad accompagnarli ai tornei, a fare lavori di manutenzione.
Tutti (o quasi) a Verzuolo hanno giocato a ping pong, dai nonni ai figli e i nipoti.
Nel 2010 il sogno dello scudetto purtroppo svanì in finale: si dovette rinunciare alla massima serie, e molti sponsor si tirarono indietro. Cosa fare, allora? Il Presidente Frenk disse con decisione: “se mancano i soldi, si taglia a partire dall’alto”; significa che salta la serie A con i professionisti, ma il settore giovanile non si tocca.
Una frase che racchiude la filosofia di un gruppo che va avanti insieme, in cui spesso si privilegia più la costruzione di un’amicizia che quella di un campione.
Ambito territoriale: Verzuolo (Provincia di Cuneo) – Italia.
Questa buona pratica sociale compare nella Newsletter “I molteplici valori dello sport”.