Marina Spadafora, l’equità nell’armadio

Marina Spadafora, l’equità nell’armadio

L’industria della moda è un’industria globale considerata la seconda industria più inquinante al mondo. Da inizi anni ’90, infatti, il fast fashion ha condotto a un grosso cambiamento nel comportamento dei consumatori. Ridimensionando la propria attitudine e i propri acquisti, è possibile ristabilire un’industria della moda più equa ed etica, come suggerisce la stilista di fama internazionale Marina Spadafora.

Obiettivo: Marina Spadafora e l’equità nell’armadio una buona pratica che ha come scopo quello di incentivare la popolazione a riciclare i propri vecchi abiti e a costruire un nuovo guardaroba per una moda sostenibile.

Attività: Marina Spadafora è una stilista italiana e consulente di moda etica conosciuta in tutto il mondo che ha voluto fortemente che la sua professionalità potesse essere messa al servizio di progetti che rispecchiavano i suoi ideali, dando inizio a una “Fashion with a mission”. E’ stata direttore creativo di Altro Mercato per la linea di abbigliamento e accessori Auteurs du Monde lavorando con artigiani che appartengono al World fair trade organization, associazione internazionale che regola il commercio equo e solidale; un importante obiettivo di Marina è, infatti, creare sviluppo in economie emergenti attraverso la moda. E’ divenuta anche coordinatrice italiana di Fashion Revolution, un movimento globale che mira a sensibilizzare i consumatori sulle loro abitudini di acquisto e si batte per un’industria della moda più equa ed etica. Il 29 aprile il progetto presenterà la Mappa della sostenibilità, dove sul sito di Fashion Revolution Italia sarà possibile trovare tutti i negozi di abbigliamento che vendono prodotti certificati. Tra le altre cose, Marina, insieme a Luisa Ciuni, si è anche dedicata a scrivere un libro dove ha riportato consigli pratici su come riciclare i propri abiti e su come costruire un guardaroba sostenibile. Tra questi, ne individua tre fondamentali: informarsi sulle pratiche di responsabilità delle aziende produttrici, comperare vintage e capi di seconda mano e andare dai piccoli sarti portando il tessuto.

Ambito territoriale: Italia.