Konstantinos, il cuoco solidale

Negli ultimi anni la Grecia si è trovata ad affrontare diverse e forti crisi. Ciò ha inevitabilmente portato all’aumento di persone senzatetto, che sono arrivate addirittura a 40 mila. Ancora una volta è stato e continua a essere fondamentale l’aiuto di cittadini solidali, che si preoccupano di aiutare le persone più in difficoltà.

Obiettivo: Il cuoco solidale è una buona pratica sociale che ha come scopo quello di utilizzare la cucina a scopi benevoli offrendo pasti caldi a chi non se li può permettere.

Attività: Sono ormai 9 anni che, ad Atene, un cittadino greco, Konstantinos Polychronopoul si è mobilitato per cucinare ogni giorno un pasto caldo a chi non se lo può permettere, a chi è in difficoltà.
Tutto iniziò quando Konstantinos perse il lavoro a causa della crisi finanziaria, e non riuscì a trovarne un altro perché a 45 anni erano considerato “troppo vecchio”. Si dovette trasferire dalla madre, dove per sopravvivere spese tutti i suoi risparmi. Allora lì iniziò a crescere la paura di ritrovarsi per strada, a dover frugare tra i cassonetti, e capì che doveva impegnarsi per aiutare chi si trovava nella sua stessa situazione, se non peggio. Prese un pentolone, si mise in un vecchio negozio dove appese un cartello con scritto “cibo gratis per tutti” e, dopo aver chiesto qualche ingrediente a vari commercianti, iniziò a cucinare la prima zuppa solidale.
Nel 2011 cucinava una media di circa 150 piatti, ma con il passare degli anni e l’aggravarsi delle situazioni, come la crisi finanziaria, l’ondata migratoria e l’attuale pandemia, è arrivato a cucinare più di 2mila piatti.
Tutto ciò è possibile grazie alla solidarietà di tante altre persone che non smettono mai di chiedere come possono aiutare, che continuano a portare ingredienti e pure a pagare il conto della corrente.
Konstantions dice che non fa dà mangiare per gli altri, ma mangia insieme a loro, e ciò che lo spinge a continuare è l’emozione e la sensazione di star bene aiutando gli altri.

Ambito territoriale: Atene, Grecia.

Questa buona pratica sociale compare nella Newsletter “Il valore delle reti di prossimità“.