Gli scatti-autoritratto dei migranti in mostra a Palermo
Purtroppo le narrazioni e le immagini dei migranti, fornite dai mass media, spesso fanno riferimento a modelli stereotipati che contribuiscono ad incrementare pregiudizi, paure, meccanismi di difesa. Le foto ed i video possono invece rappresentare importanti strumenti per promuovere una più approfondita conoscenza degli immigrati, come persone con le loro storie di vita, ma anche per valorizzare le loro risorse e competenze, per sviluppare opportunità innovative di integrazione. Una fotografa di Palermo, anche attraverso un workshop e una mostra, ha dimostrato come tutto questo sia possibile.
Obiettivo: Facilitare il superamento delle barriere linguistiche e culturali, sviluppare competenze ed abilità sfruttabili in futuro.
Attività: Ludovica Anzaldi, fotografa, ha organizzato un workshop di educazione all’immagine e filmmaking che ha coinvolto giovani migranti dai 17 ai 23 anni, ospiti del Centro Asante, nel raccontare e raccontarsi attraverso la pellicola. Tale workshop ha rappresentato anche un’opportunità di integrazione, attraverso l’apprendimento, la creazione, l’espressione di sé e la conoscenza del nostro paese. È stato possibile poi organizzare una mostra che comprende:
- un corpus di fotografie a colori che “ritraggono gli stessi ragazzi – o anche la loro assenza- utilizzando i pochissimi oggetti che possiedono: camicie, scarpe, sedie, riproduzioni dei dipinti appesi nei corridoi del centro, insieme con frutta e verdura acquistate nel vicino mercato di Ballarò”;
- una proiezione di foto in bianco e nero che rappresentano uno sguardo sulla città di Palermo;
- due video, sempre realizzati dai giovani migranti, che documentano le fasi del progetto;
- una serie di disegni a colori in cui un giovane autore maliano reinterpreta i set fotografici.
Ambito territoriale: Palermo – Italia.