Armida e Carlotta, due donne e un fine: aiutare gli altri
Combattere la solitudine
Montebelluna è una cittadina di trentamila abitanti, ubicata nella parte settentrionale della provincia di Treviso. Una realtà provinciale come tante altre in questo territorio, con due peculiarità: la grande laboriosità e la forte propensione al volontariato. Carlotta Cavasin e Armida Crespan, due montebellunesi ‘fuori serie’, hanno speso una vita per il volontariato autentico e gratuito, spesso addossandosene anche i costi.
Obiettivo: Combattere la solitudine.
Attività: Carlotta Cavasin, classe 1932, è nata a Trevignano da Ercole e Dina Berti, prima di sette figli. All’inizio della guerra la famiglia si trasferisce a Biadene di Mentebelluna, da dove Carlottina- come l’hanno sempre chiamata gli amici- resterà il resto della sua vita. Finite le scuole medie, a seguito della perdita prematura del papà, comincia subito a lavorare, in un maglificio. Ma è sempre molto attiva sul fronte del volontariato. Diventerà anche presidente dell’Azione Cattolica di Treviso e ‘famosa’ è stata la sua iniziativa di invitare Papa Giovanni Paolo II a fare le vacanze a Lorenzago di Cadore(BI). Una volta in pensione, non s’è fermata: è diventata amministratrice di sostegno per persone in difficoltà e ha messo a disposizione la sua casa per ospitare chi avesse bisogno di un aiuto. Poi è diventata anche un pilastro di Casa Roncato, un centro diurno per gli anziani nato grazie alla donazione di Giulia Roncato, e ha fondato un’associazione (Amici di Casa Roncato). S’è ritirata solo tre anni fa, a 84 anni compiuti.
Armida Crespan, dal germanico Irmin (donna combattiva), ha sempre lottato per i propri ideali. È nata a Contea, poco distante da Montebelluna, nel 1926. Il papà è calzolaio e lei inizia a lavorare giovanissima per aiutare in casa. Cuce le scarpe, poi gestirà un negozietto di orto frutta. Si sposa ma resta presto vedova. Ed è proprio la morte prematura del marito e il contatto con alcuni anziani in difficoltà a farle prendere una decisione. Con un gruppo di amici e una fisarmonica, nel tempo libero inizia ad andare in casa di riposo per aiutare gli anziani a combattere la solitudine e dare loro qualche momento di svago. Nasce così Ata, Associazione Tutela Anziano, a cui via via si associano 280 persone. Che quando serve diventano cuochi, camerieri, sguatteri durante i pranzi nei giorni di festa. Armida si è data anima e corpo a lavorare per la ricreazione degli anziani ricoverati e per non farli sentire soli. I pranzi di maggio, il carnevale, la castagnata, le festività natalizie con piccoli regali ai vecchi soli e bisognosi e un servizio gratuito di parrucchiera svolto dalla figlia Antonella.
Infatti, l’attività dell’associazione non si è limitata soltanto ai momenti ricreativi, ma anche all’acquisto e alla donazione di materiali per la Casa di riposo Umberto I, come l’arredamento di alcune camere, la macchina per il caffè, l’arredo urbano del villaggio protetto. Con molto rammarico per la fondatrice, Ata ha chiuso i battenti nel 2016, passando le consegne all’associazione Amici della Casa di Riposo, che l’ha nominata presidente onorario.
Ambito territoriale: Montebelluna.