Si può maturare anche dietro le sbarre
Questa è la particolare storia di un ergastolano che fra le tante richieste plausibili chiede la possibilità, anche dietro le sbarre, di poter diplomarsi nelle materie classiche.
Obiettivo: Trasmissione del valore della cultura anche negli ambienti più disparati: quando il noto detto “non c’è miglior compagnia di un libro” trova il suo più pieno compimento.
Attività: Un ultraquarantenne del sud Italia, condannato all’ergastolo e tuttora detenuto nel carcere di Opera, fuori Milano, fa una bizzarra quanto inaspettata richiesta: poter ottenere un diploma di maturità classica. Egli non ha contatti verbali con nessuno, nemmeno col suo avvocato, gli è concesso soltanto di vedere una volta al mese un suo parente. Gli assistenti sociali, però, hanno segnalato la sua esigenza di studiare, forse ultima necessità di rifugiarsi in qualcosa di concreto, per quanto inerte: i libri. Egli non poteva però prendere lezioni: ed ecco che compare la docente Gabriella Papagna che prende in carico il caso e ogni anno, per cinque anni, incontra il carcerato per verificare la sua idoneità all’anno successivo di liceo. Evitando di far prendere una piega personale agli esami e ignara tuttora dei reati commessi dall’allievo, la professoressa ha fatto sì che l’uomo raggiungesse l’obiettivo prefisso, con un punteggio di 75/100 e l’ambizione di un diploma in Lettere Classiche.
Ambito territoriale: Opera, Milano.