La coppia che ritrova i dispersi di Russia
Tra il luglio del 1942 e il marzo del 1943 partirono per la Russia 229 mila soldati italiani e, secondo le stime dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia, circa 100 mila non fecero più ritorno. Di 56 mila non si ebbero più notizie. Ma la coppia milanese che oggi vive a Albonese (Pavia), Maria Giovanna e Antonio Respighi, è riuscita a restituire 380 piastrine: quasi un battaglione.
Obiettivo: La coppia che ritrova i dispersi di Russia con lo scopo di restituire le piastrine dei militari italiani caduti nella Campagna di Russia.
Attività: Nel 2009 una coppia milanese che oggi vive a Albonese (Pavia), Maria Giovanna e Antonio Respighi, era in vacanza in Russia con il camper nella regione di Tambov sbagliò la strada. “Ci ritrovammo a Michurinsk e un uomo che aveva visto sul nostro camper lo stemma degli alpini, ci fermò”, racconta Antonio, dirigente in pensione.
Il passante mostrò loro le piastrine di riconoscimento di alcuni soldati italiani caduti nella Campagna di Russia. Nei boschi di quella zona c’era infatti il campo di prigionia di Uciostoje, in cui morirono 4178 soldati italiani, seppelliti in alcuni fosse comuni. Alla richiesta dell’uomo- 30 euro per ogni piastrina- Antonio, alpino nonché ex sindaco di un paese in provincia di Milano, Zelo Surrigone, gli spiegò l’importanza di quei cimeli e lo convinse a non venderli, ma ad affidarli a loro. ‘Gli promettemmo che avremmo fatto di tutto per restituirli alle famiglie. Allora lui andò a casa e tornò con tutte le piastrine che possedeva: ben 136. Da allora– racconta Maria- quando ne trova altre ce le spedisce’.
Da quell’incontro sono passati dieci anni e la coppia si dedica a ‘riportare a casa’ i caduti in Russia. Maria e Antonio sono riusciti a restituire 380 piastrine: quasi un battaglione. Per questo qualche mese fa Antonio ha ricevuto il cavalierato dal presidente Sergio Mattarella. Risalire dalla piastrina al soldato che la portava è un’impresa titanica: spesso i cimeli sono in pessimo stato di conservazione. Ci vogliono poi mesi di ricerche per trovare i parenti ancora in vita. ‘Le piastrine- chiarisce Antonio– non le consegniamo noi. Quello è compito dello Stato che le aveva mandate in Russia con gli uomini che le portavano addosso ’.
La riconsegna è anche l’occasione per ricostruire la biografia del soldato. ‘Chiediamo sempre una copia della sua fotografia e la mandiamo al nostro amico russo che ci dona la piastrine’, dicono i due coniugi. Le lettere e i racconti dei famigliari sono invece diventati un libro, scritto dalla coppia e intitolato ‘Io resto qui’, edito dalla sezione alpini di Abbiategrasso.
‘Finché avremo piastrine da restituire non ci fermeremo’, assicurano Maria e Antonio.
Ambito territoriale: Albonese (Pavia).