Mobilità sostenibile e buone pratiche sociali

La settimana della “Mobilità sostenibile” rappresenta un’occasione per aumentare la consapevolezza sui danni del settore dei trasporti. Tale settore è responsabile infatti di circa un terzo del consumo finale di energia, di  un quinto di gas serra e di una parte considerevole  dell’inquinamento atmosferico e acustico urbano. In Italia in particolare l’uso eccessivo dell’auto privata (62 auto per ogni 100 abitanti) contribuisce pesantemente al degrado delle aree urbane.

Tale settimana costituisce anche un’occasione per promuovere politiche, iniziative e migliori pratiche per una mobilità sostenibile. A questo proposito si ritiene opportuno ricordare gli impegni di Cittadinanzattiva tesi a:

  1. promuovere una nuova cultura della mobilità urbana;
  2. promuovere nuove forme di mobilità;
  3. sostenere gli investimenti nel trasporto pubblico;
  4. promuovere la partecipazione civica per la qualità dei servizi di mobilità (sia pubblici che privati).

E’ in questa prospettiva che assume particolare rilevanza un Progetto di  Cittadinanzattiva Emilia Romagna che si propone di promuovere “buone pratiche sociali”. Tale progetto intende  valorizzare, comunicare e sviluppare stili e comportamenti innovativi, orientati alla sostenibilità, al  miglioramento della qualità della vita e dei beni comuni che vedono protagonisti i cittadini, con il sostegno di reti di comunità, associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, ma anche di istituzioni e servizi pubblici. Attraverso la promozione di buone pratiche sociali orientate alla “mobilità sostenibile” è possibile produrre beni relazionali e capitale sociale, ma anche innovazione sociale partecipata per dare nuovo senso alle relazioni economiche, culturali, sociali, nell’ambito di un rapporto attivo, positivo e sostenibile con l’ambiente e la società.

Le principali attività del  Progetto fanno riferimento a:

  • un’attività di ricerca, nel contesto territoriale bolognese, che ha consentito di  definire l’identità delle buone pratiche sociali (con l’individuazione dei principali ambiti operativi che, in via prioritaria, fanno riferimento alla sostenibilità, alla qualità della vita, alla cura dei beni comuni), di scoprire le principali motivazioni che spingono i cittadini a sviluppare esperienze e progetti di cittadinanza attiva, di individuare i risultati ottenuti e di valutare l’impatto sociale prodotto (link relativo al Report della ricerca);
  • l’attivazione e il continuo aggiornamento di un Sito sulle buone pratiche sociali
  • (https://buonepratichesociali.cittadinanzattiva-er.it/), cioè una banca dati in continua evoluzione, su le esperienze ed attività che vedono protagonisti i cittadini singoli ed i gruppi informali al fine di valorizzare e comunicare  un patrimonio di idee, esperienze e progetti, orientati alla sostenibilità e al miglioramento della qualità della vita, che rischierebbero di essere ignorati, sottovalutati, dimenticati;
  • cicli di seminari, aperti alla partecipazione di cittadini ed operatori che si propongono di focalizzare l’attenzione su alcune problematiche emergenti oggi, per individuare nuove modalità interpretative e nuove strategie di intervento. Si fa riferimento ad un approccio abilitante dei cittadini per valorizzare le competenze, le risorse, le capacità progettuali delle persone, dei gruppi, della comunità e quindi le loro buone pratiche sociali (link relativo al programma dei seminari e ai video);
  • incontri con i giovani, nell’ambito dei loro contesti di riferimento (scuole, università,  organizzazioni giovanili, polisportive) per una comunicazione in merito alle buone pratiche sociali censite attraverso il sito,  per una conoscenza e valorizzazione di esperienze e progetti realizzati in tali ambiti, ma anche per una responsabilizzazione dei giovani in merito alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica (video relativo al seminario presso l’Università);
  • attività di consulenza e collaborazione con enti locali e terzo settore finalizzate alla valorizzazione e allo sviluppo di buone pratiche sociali,  orientate alla sostenibilità e  qualità della vita, ma anche al miglioramento delle relazioni fra cittadini ed istituzioni.

Occorre sottolineare che il tema della mobilità sostenibile rappresenta il filo conduttore di molte buone pratiche sociali,  rilevate attraverso il sito, e a alle quali si fa riferimento nell’attuazione degli impegni di Cittadinanzattiva Emilia Romagna in tale ambito. A questo proposito  alcune buone pratiche sociali  possono essere considerate esperienze rappresentative di una mobilità sostenibile spesso tesa ad integrare i tre punti di vista: sociale, ambientale ed economico. Per facilitare la consultazione del sito si mettono in evidenza tali punti di vista che rappresentano anche le principali chiavi di lettura delle molteplici esperienze prese in considerazione.

Ecco, qui di seguito, le buone pratiche sociali orientate ad una mobilità sostenibile che privilegia il punto di vista sociale, perché tese a promuovere modalità di spostamento accessibili e praticabili dalle persone diversamente abili:

  • “Chi aiuta Fabio? Fantino cieco che sogna i sessanta chilometri”
  • “In bici a forza di braccia”
  • “Viaggi senza barriere. E la prova sono io”
  • “Zia Caterina e la taxi-terapia”

Ma la mobilità sostenibile da un punto di vista sociale si può attuare anche attraverso una sensibilizzazione culturale ed una raccolta fondi per migliorare la qualità della vita e la mobilità di determinate categorie di persone:

  • “Panatta e i bambini di oggi: sono troppo sedentari”
  • “Tremila chilometri per i bimbi del  Mayer”
  • “La maratona rosa, con altre 500 ragazze incontro al mondo”
  • “Il Re leone in sella”

In alcuni casi  prevale invece una particolare attenzione alla mobilità sostenibile da un punto di vista ambientale:

  • “La terra sulla bici di Don Chisciotte”
  • “Camminaemangia”
  • “Miglioramento della percorribilità del marciapiede in Via della Braina”
  • “L’eroe in bici che raccoglie le cartacce”