La storia di Antonello Saltalamacchia

La storia di Antonello Saltalamacchia

La disabilità non è una situazione statica da subire, ma un processo che può aiutare ad acquisire consapevolezza di come sia possibile tirare fuori il meglio da ogni persona, valorizzando tutte le sue risorse.
Ci sono storie di vita, come quella di Antonello, che rappresentano delle vere e proprie testimonianze positive in questo senso, e che possono dare forza e speranza a tutte le persone disabili.

Obiettivo: Inventare sempre nuovi modi per combattere la disabilità ed essere in corsa verso la vita.

Attività: Antonello Saltalamacchia combatte da anni contro la disabilità prima una paralisi per embolia, poi la sclerosi multipla. Ma lui si è sempre risollevato e ora fa il contadino in Sicilia.
Antonello vive un vita ad alta velocità, con il piede sull’acceleratore, in cerca di emozioni sempre più estreme, sognando le auto da corsa, tanto che finito il liceo si trasferisce a Monza dagli zii e inizia a correre nel campionato italiano di Formula Panda una passione troppo costosa, che Antonello abbandona dopo tre anni, trasferendosi in Sicilia, ad Avola, dai nonni materni.
Una decompressione andata male durante la risalita da un’immersione a sessantacinque metri di profondità e un’embolia midollare a venticinque, gli provocano una paralisi alle gambe dal tronco in giù; “gli specialisti mi dicevano: abituati. perché d’ora in poi la tua vita sarà così. E io pensavo: lo vedremo, se resterò tutta la vita in una sedia a rotelle!”. Infatti, dopo due anni di massimo impegno nella riabilitazione, riprende a camminare.
Ma una mattina Antonello perde di nuovo la sensibilità alla gamba destra. La diagnosi arriva in Francia nel 1997: sclerosi multipla; con tanta determinazione, un po’ di rabbia e una rigorosa disciplina alimentare, inizia a riprendere in mano la sua vita e nel 2008 batte persino il record mondiale d’immersione con le bombole, raggiungendo i cinquantaquattro metri di profondità in acqua libera.
Antonello ha proprio ragione quando oggi definisce la sua storia “un miracolo”; ha cinquantadue anni, e una compagna da quindici, Laura. Insieme hanno tre figli e vivono ad Avola, dove hanno comprato un pezzetto di terra a poca distanza dai laghetti incontaminati di Cavagrande, per creare una piccola azienda agricola. “Non dico di avere sconfitto del tutto la sclerosi multipla, ma ne ho bloccato i sintomi; non ho mai detto ‘sono malato’, al massimo ‘ho un problema’. E i problemi si risolvono.”  Il suo desiderio è tornare in pista. Per correre più veloce della disabilità.

Ambito territoriale:  Avola – Italia.