Costruire 42 gabbiani (di legno), sognando la libertà

Costruire 42 gabbiani (di legno), sognando la libertà

Il carcere, se vuole svolgere il proprio compito teso anche al recupero delle persone che hanno sbagliato, deve aprirsi al territorio. Il periodo della detenzione non può essere solo un tempo vuoto ma deve offrire ai carcerati opportunità formative, lavorative ed artistiche tese a valorizzare i loro interessi, le loro competenze e a sviluppare esperienze di crescita personale.

Obiettivo: Costruire 42 gabbiani (di legno) sognando la libertà è un modo per offrire ai detenuti un’opportunità di educazione artistica, aiutandoli a credere che nella vita si può cambiare.

Attività: Una giovane di Senigallia (Giorgia Pettinari) ha proposto al carcere di Port’Aurea di Ravenna un progetto di arte urbana (“L’eco del fiume”) teso a far rivivere il passato di questa città d’acqua. Tale progetto ha previsto l’installazione temporanea di 42 gabbiani di legno in una via caratteristica del centro storico di Ravenna, che si chiama Vicolo Gabbiani, dove un tempo scorreva un fiume, il Lamone. E’ significativo il racconto di uno dei detenuti che ha partecipato al progetto. “Il nostro compito era quello di realizzare a mano 42 gabbiani di legno, ciascuno dipinto in modo diverso e unico. Lavorare insieme è stato veramente bello, più stavamo dentro al laboratorio interno alla Casa circondariale di Ravenna, più i gabbiani prendevano forma e più il progetto dell’Eco del fiume ci prendeva. A volte ci sembrava di costruire proprio un’opera d’arte, questi gabbiani erano leggeri e con le ali lunghe, ci davano una bella sensazione e avevamo voglia di vederli finiti”. Purtroppo i detenuti non hanno potuto vedere l’installazione dei gabbiani. Dalle foto dell’inaugurazione però è stato possibile riscontrare molti risultati positivi. Chiunque passava lungo il Vicolo Gabbiani, alzava gli occhi al cielo, turisti, passanti, curiosi, residenti, tutti ammiravano i gabbiani sospesi in volo. Il merito di tutto questo non è stato solo di Giorgia, ma di tutti i detenuti coinvolti nel progetto. “Siamo consapevoli di avere dato tutti noi stessi come contributo, perché abbiamo creduto in questo sogno. Il progetto ci ha fatto crescere e ci ha dato la forza di non smettere di credere che nella vita si può cambiare”.

Ambito territoriale: Ravenna.